Perché la psicoanalisi?
Perché, aggiungo, la psicoanalisi freudiana e lacaniana?
Domandarsi oggi che senso può avere un’analisi è, a mio parere, quasi un’urgenza al fine di orientarsi nella varietà dell’offerta terapeutica contemporanea.
Sotto l’insegna psi sono nati nel secolo scorso molti indirizzi psicologici, guidati però da etiche e metodologie estremamente differenti.
Che cosa caratterizza una clinica psicoanalitica se non l’inconscio?
L’inconscio è particolare a ciascuno ed è a causa della sua esistenza che lo psicologo, il terapeuta, il medico che intende lavorare secondo una certa etica non può esimersi dall’iniziare un’analisi: “Chi abbia familiarità con l’essenza della nevrosi non si stupirà di sentire che anche colui il quale è perfettamente capace di esercitare la psicoanalisi sulle altre persone, può comportarsi come qualsiasi altro essere umano e produrre le resistenze più intense appena egli stesso sia fatto oggetto della psicoanalisi” (Freud).
La psicoanalisi con i bambini è un’applicazione della psicoanalisi pura, un’applicazione preziosa affinché un bambino trovi un posto di desiderio.
Perché l’incontro con uno psicoanalista sia un buon incontro occorre predisporsi a lavorare con i bambini, e attraverso il gioco e il dire costruire una trama simbolica per operare un piccolo cambiamento.
Talvolta nella cura con i bambini basta molto poco perché qualcosa si modifichi, quando si leva un lembo di sapere rimasto inconscio il soggetto se ne trova liberato e cambia la relazione con gli altri.
Altre volte il sintomo è più fissato, e il lavoro più difficile e impegnativo, sia per l’analista sia per il soggetto.
Occorre spendersi non poco nel lavoro con i bambini e con gli adolescenti, occorre esserci come corpo come presenza e farsi testimoni di un desiderio di volerne venire a sapere di più di ciò che fa soffrire. Volerne venire a sapere di più per alleggerire la vita e al contempo non tappare la domanda per la via della diagnosi. Nel campo freudiano restano riferimenti importanti Francoise Doltò, Maud Mannoni, Rosine e Robert Lefort e Antonio di Ciaccia.